Informativa e consenso per l'uso dei cookie

Il nostro sito salva piccoli pezzi di informazioni (cookie) sul dispositivo, al fine di fornire contenuti migliori e per scopi statistici. È possibile disattivare l'utilizzo di cookies modificando le impostazioni del tuo browser. Continuando la navigazione si acconsente all'utilizzo dei cookie.
Accetto Rifiuto

Vai al contenuto principale Vai al footer

Madonna col Bambino tra due angeli e profeti

Donatello 1415-1420

Audiodescrizione dell'opera

00:00 / 00:00

Questo splendido bassorilievo, ormai attribuito a Donatello, è un eccellente esempio di tabernacolo destinato alla devozione domestica e alla preghiera personale. Il tradizionale soggetto qui raffigurato con la Madonna che tiene in braccio Gesù Bambino è arricchito dalla presenza degli angeli ai due lati e dai due profeti che, sopra la nicchia a forma di conchiglia, assistono alla scena. La ricerca prospettica che presentano le varie profondità del rilievo indica che l’opera risale al primo Rinascimento, a quelle indagini che nella Firenze del XV secolo erano state avviate da Filippo Brunelleschi.

Informazioni tecniche

Autore
Donatello
Titolo
Madonna col Bambino tra due angeli e profeti
Data
1415-1420
Materia e tecnica
Terracotta
Dimensioni
96x67x13 cm
Collocazione
Museo di Palazzo Pretorio
Primo piano

Il rilievo in terracotta, monumentale nonostante le dimensioni contenute, era stato in passato attribuito a diversi artisti, come Jacopo della Quercia, Lorenzo Ghiberti o il suo collaboratore Michele da Firenze, ma anche al giovane Brunelleschi. La più recente assegnazione alla prima fase di Donatello è però confermata dall’altissima qualità e originalità dell’opera, modellata fra 1415 e 1420 dall’artista, che a Prato un decennio più tardi (1430-1438) avrebbe lavorato al celeberrimo pulpito esterno della Cattedrale, destinato all’ostensione della Sacra Cintola. 

Il tabernacolo propone una complessa e aggiornatissima architettura a edicola classica, vicina a altri esempi donatelliani (come il tabernacolo di Parte Guelfa in Orsanmichele a Firenze) e ghibertiani. Le figure emergono dinamicamente dal prezioso fondale, rese palpitanti dalla rapidità e maestria del modellato che suggerisce, ad esempio, gli scattanti volumi degli angeli dai mossi panneggi, disposti quasi fossero agili quinte teatrali ai lati del maestoso gruppo centrale. Pochi gesti contenuti, accenni di sguardi, svelano l’intimo rapporto tra la madre e il figlio che, nudo, posa la mano sul seno: “Beato il grembo che ti ha portato, e il seno che ti ha allattato” (Lc 11, 27) sembrano annuire anche i profeti che emergono dai pennacchi dell’arco, descritti dall’artista con pochi e rapidi colpi di stecca. 

Secondo la critica recente quest’opera rappresenta il punto di partenza per le architetture ispirate all’antica Roma entro le quali Donatello ambienterà tutte le proprie storie. I forti richiami all’antichità classica sono evidenti nella nicchia ricavata fra le due colonne scanalate coronate dai capitelli fogliati e sovrastate da un architrave ritmato da ovuli e dentelli, ma anche nella resa dei morbidi panneggi quasi trasparenti degli angeli, che richiamano le raffigurazioni dei geni alati dei sarcofagi ellenistici.

Ultimo aggiornamento: 04 ottobre 2024, 16:32

Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito? 1/2

Dove hai incontrato le maggiori difficoltà? 1/2

Vuoi aggiungere altri dettagli? 2/2

Inserire massimo 200 caratteri