Madonna col Bambino

Raffinato, ma al tempo stesso pieno di vigore, il dipinto rientra nella produzione artistica del Maestro di Pratovecchio, che studi recenti hanno individuato, ricostruendone l’intricata vicenda attributiva, in Giovanni di Francesco del Cervelliera da Rovezzano, e che già nel 1951 per Roberto Longhi “quasi rappresentò la coscienza più segreta della pittura fiorentina”. La linea disegnativa delicata nell’ovale del volto femminile e nello stesso tempo animata da un’energia vitale nel bambino, le palpebre pesanti e il saldo impianto compositivo sono particolarità rintracciabili in altre opere dell’artista, che è documentato nella bottega di Filippo Lippi dal 1440 al 1442, ma che non restò indifferente alla lezione di Antonio del Pollaiolo e di artisti dal tratto più robusto e nervoso.