Nelle botteghe rinascimentali gli allievi, giunti a un certo livello della formazione, collaboravano in base alle loro capacità all’esecuzione delle opere del maestro, realizzando talvolta anche copie di soggetti da questo elaborati, spesso richiesti per la devozione domestica. Ciò avvenne anche a Prato, nella bottega di Filippo Lippi, dove il piccolo dipinto del museo, realizzato dal maestro in collaborazione con Fra Diamante - lo indicherebbero le forti somiglianze con alcune figure della Madonna della Cintola per Santa Margherita, tradizionalmente riferite al collaboratore di Filippo - fu replicato almeno altre due volte nella bottega. Le due versioni, di minor qualità, si conservano nel Museo dell’Opera del Duomo di Prato e nel Musée du Petit Palais a Avignone.
Il complesso, raffinato ambiente descritto nella tavoletta, reso con un’attenta prospettiva centrale, è ornato da marmi mischi e soffitti a cassettone, e diviso da una doppia arcata su colonna in marmo nero, dal capitello ionico. Nella parte anteriore si svolge la quieta e raccolta scena dell’annuncio dell’angelo a Maria, con figure luminose e ben studiate. Alle spalle della figura alata è, in piedi, san Giuliano, protettore dei viandanti e degli ospedalieri. Nella finestra dietro a Maria si scorge un giardino con alberi e un cipresso, al sorgere del sole: un possibile richiamo all’Annunciazione come alba della nuova era cristiana.