Colpisce in questa piccola tavola la costruzione prospettica in cui attraverso la minuta descrizione di particolari, del pavimento, delle aperture, delle tende, del paesaggio si creano piani sovrapposti e si dà vita ad una scena che si anima anche attraverso soluzioni di una certa originalità, quale il cartiglio che taglia lo spazio della porta sul cortile, a sottolinearne la profondità. Legato al linearismo prezioso di Filippino Lippi, l’autore di questo dipinto si ispira alla ricostruzione minuziosa dello spazio, tipica della bottega di Domenico del Ghirlandaio: già accostato all’anonimo Maestro di Marradi ed in particolare alla Annunciazione del seminario di Pesaro del 1510, la sua personalità artistica è dominata da un forte eclettismo e da una particolare sensibilità, elementi che in questa tavoletta si uniscono ad una sofisticata ricerca formale e spaziale. L’intenso decorativismo, la forte espressività dei volti e dei gesti la mettono in relazione con il piccolo dipinto dedicato a il Bacio di Giuda dello stesso maestro, conservato agli Uffizi, in cui, tra l’altro, l’agitato movimento di San Pietro richiama quello dell’arcangelo Gabriele.