La pala raffigurante la Madonna e santi è un notevole esempio della piena maturità dello stile del Botticini, che qui mostra richiami a importanti pittori quali Andrea del Verrocchio e Sandro Botticelli. Il fondo dorato, decisamente “fuori moda” nella pittura del pieno Rinascimento, fu probabilmente una scelta dei committenti, ma contribuisce comunque alla preziosità dell’insieme.
Sullo sfondo si staglia il ricco trono architettonico rivestito di marmi sul quale la Vergine allatta il vivace Bambino, che appena si distrae per guardare verso chi lo osserva. Allungate figure di santi, quasi fossero colonne, fanno loro corona, in una costruita spazialità per cui le linee di fuga della composizione sembrano convergere nell’occhio destro della Madonna. Attenta e ricercata è la definizione dei particolari: il pastorale, la mitria e i guanti di san Ludovico di Tolosa, veri gioielli di arte orafa, le costole dorate e incise dei libri, i raggi dorati che segnano le stigmate dell’umanissimo san Francesco, fino alla descrizione, quasi da erbario medievale, delle pianticelle del giardino, sul quale posa il galero (il cappello cardinalizio) di san Girolamo, bell’esempio di attenta resa prospettica.
Poiché è documentato che Francesco Botticini nel 1483 acquistò a Prato alcuni terreni dai frati di san Francesco, gli studiosi suppongono che in quella occasione e per tale chiesa l’artista abbia realizzato il dipinto, che vede proprio la presenza di ben tre santi francescani.