Madre e figlio II è una delle sculture più intense di Lipchitz, la prima plasmata dall’artista al suo approdo a New York. L’opera raffigura una donna nuda priva degli arti inferiori e delle mani, con il figlio avvinghiato al collo, la testa sollevata in un grido disperato, le braccia spalancate verso il cielo. Richiama, secondo l’artista, la tragica esperienza della Seconda Guerra Mondiale. La lunga gestazione di questa opera è dimostrata dall’esistenza di un primo disegno risalente alla fine degli anni Trenta, riconducibile, a quanto riferì Lipchitz, a un episodio da lui vissuto in una stazione ferroviaria di Mosca nel 1935: in una notte scura e piovosa udì il lamento di una cantilena, e cercandone la provenienza si trovò davanti una mendicante senza gambe, su un carretto, che cantava una malinconica canzone, i lunghi capelli sciolti e le braccia tese. “Ero terribilmente commosso da questa immagine, ma ho capito solo dopo vari anni che, quando ho realizzato la Madre e il Figlio, ho riprodotto quella stessa immagine, emersa dal mio subconscio".
La scultura qui esposta è un modello in gesso patinato: la prima versione in bronzo di Madre e figlio fu acquistata nel 1942 da Edgar Kauffmann, per collocarla in Pennsylvania nella sua famosa Casa sulla Cascata, la celeberrima architettura progettata da Frank Lloyd Wright, dove ancora oggi si trova. Altri esemplari di Madre e figlio II sono invece conservati al MoMA di New York, al Baltimore Museum of Art-Sculpture Garden, al Philadelphia Museum of Art e a Gerusalemme all’Israel Museum.