Il bozzetto eseguito in marmo ravaccione alabastrino con il basamento in marmo di breccia presenta alla base le scritte dedicatorie: “NICOLAS DEMIDOFF / OFFERT PAR L’AUTEUR LE I JANVIER 1837”, e lo stemma dei Demidoff con un mazzuolo e tre compassi. In alto sono raffigurati Nicolaij Demidoff seduto, con accanto il figlio giovanetto Anatolij, e l’allegoria della Riconoscenza – il cui gesso preparatorio è pure esposto al terzo piano del museo. In basso invece, agli angoli del basamento, sono quattro figure allegoriche: la Siberia, la Misericordia, la Verità che si svela all’arte e la Musa dei piaceri.
Il monumento funebre fu completato nel 1871 da Pasquale Romanelli, allievo di Lorenzo Bartolini, e collocato sul Lungarno Serristori, in piazza Demidoff, mentre in origine l’opera doveva trovar posto all’interno del parco della villa che i la famiglia russa possedeva a San Donato in Polverosa, nei sobborghi di Firenze.
Esiste un’altra versione leggermente più grande di questo modello, realizzata in marmo di Carrara, che è datata 1840 ed è conservata a Firenze nella Galleria di Arte Moderna di Palazzo Pitti. Il presente bozzetto invece rimase di proprietà Demidoff fino al 1933, quando passò ai fratelli Pucci in circostanze non ancora chiare, e da questi fu acquistato pochi anni dopo dal Comune di Prato per arricchire le collezioni della città.