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Autoritratto

Arrigo Del Rigo 1927

Audiodescrizione dell'opera

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Arrigo del Rigo, artista pratese prematuramente scomparso a soli 24 anni, realizzò nel 1927 questo Autoritratto in forme anticlassiche e sintetiche. Il giovane pittore, specialmente a seguito della frequentazione con Ardengo Soffici, mostra le sue radici nell’osservazione degli artisti cosiddetti “primitivi” toscani, oltre a risentire degli influssi di Paul Cézanne e Carlo Carrà, con esiti vicini al postcubismo europeo.

Informazioni tecniche

Autore
Arrigo Del Rigo
Titolo
Autoritratto
Data
1927
Materia e tecnica
Olio su cartoncino
Dimensioni
33x24 cm
Collocazione
Museo di Palazzo Pretorio
Terzo piano

Arrigo del Rigo era parte del gruppo di artisti passato sotto il nome di “Scuola di Prato”, giovani accomunati da vari elementi quali l’estrazione popolare, il convinto antifascismo e l’aspirazione verso un’arte viva, moderna ma fondata sulla tradizione. La loro formazione non fu però la stessa, e se la maggior parte frequentò la pratese Scuola di arti e mestieri Leonardo, Arrigo Del Rigo invece studiò a Firenze all’Istituto d’arte di Porta Romana. Nei brevissimi 24 anni della sua esistenza, che si concluse tragicamente con un presunto suicidio mascherato da incidente fatale, egli riuscì a porre le basi per un’arte consapevole e matura. 

Le sue opere evidenziano due diversi registri nell’interpretazione della realtà: uno più realistico e lirico, adottato nei paesaggi, con una sensibilità che sembra avvicinarlo a Camille Corot, e uno più plastico e sintetico, apparentemente più arcaico, specialmente nei ritratti, che lo porta a interiorizzare l’immagine e a filtrare la realtà attraverso il ricordo e il sentimento, per poi restituirla in forme anticlassiche, sintetiche e popolari. 

Nel 1927, l’anno dell’incontro con Soffici e dell’inizio della collaborazione con la rivista “Il Selvaggio”, egli dipinse questo Autoritratto, dal saldo impianto compositivo, che attinge ai primitivi toscani e al primo Rinascimento, traendo ispirazione dall’arte da Giotto a Masaccio, ma mostra anche influssi di Cézanne e Carrà. Nel solido volto, con occhi dal taglio allungato, fissi in un’espressione concentrata e decisa, la suddivisione della luce scandisce i vari piani, in un estremo, sintetico rigore geometrico.

Ultimo aggiornamento: 04 ottobre 2024, 16:13

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