Informativa e consenso per l'uso dei cookie

Il nostro sito salva piccoli pezzi di informazioni (cookie) sul dispositivo, al fine di fornire contenuti migliori e per scopi statistici. È possibile disattivare l'utilizzo di cookies modificando le impostazioni del tuo browser. Continuando la navigazione si acconsente all'utilizzo dei cookie.
Accetto Rifiuto

Vai al contenuto principale Vai al footer

Semiramide

Cecco Bravo 1630

Audiodescrizione dell'opera

00:00 / 00:00

Opera giovanile di Francesco Montelatici, detto Cecco Bravo per la rapidità ed efficacia della sua pittura, il dipinto è esposto nella sale dedicate ai Pittori del Cinquecento e del Seicento. L’efficace composizione, dai forti contrasti e dalla cromia vivace, presenta accenti teatrali nell’impostazione e nella gestualità: Semiramide, leggendaria regina assira, viene avvisata di una rivolta scoppiata a Babilonia; scenderà senza indugio tra la folla, per placare gli animi.

Informazioni tecniche

Autore
Cecco Bravo
Titolo
Semiramide
Data
1630
Materia e tecnica
Olio su tela
Dimensioni
105x130 cm
Collocazione
Museo di Palazzo Pretorio
Secondo piano

Questo primo dipinto da cavalletto sicuramente databile di Cecco Bravo, allievo del Bilivert, mostra già l’abilità del giovane pittore nella definizione efficace della scena, con volumi evidenziati da rapide stesure di colore e colpi di luce ben studiati. Pur nella diversità della materia pittorica la tela rimanda al suo maestro Bilivert e al tardo Matteo Rosselli, mostrando anche influssi degli incisori lorenesi Callot e Bellange.

Teatralmente impostata per piani successivi la densa scena si incentra sul rapporto tra le due figure principali, Semiramide, imponente e luminosa nelle morbide vesti, e il cavaliere, che le porta l’annuncio, emergendo dalla penombra. La teatralità dei gesti ha echi nelle attonite ancelle sul fondo, ed è sottolineata dalla veduta della città in fiamme, all’estremità della scena. In quel periodo la frequente rappresentazione di nobili eroine dell’antichità, ricche di doti morali e civiche,era spesso tesa a omaggiare la granduchessa reggente Maria Maddalena d’Austria, vedova di Cosimo II de’ Medici.

La tela è giunta nelle collezioni comunali grazie ad una importante donazione dell’artista e restauratore Leonetto Tintori nel 1993.

Ultimo aggiornamento: 08 ottobre 2024, 12:22

Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito? 1/2

Dove hai incontrato le maggiori difficoltà? 1/2

Vuoi aggiungere altri dettagli? 2/2

Inserire massimo 200 caratteri