Questo primo dipinto da cavalletto sicuramente databile di Cecco Bravo, allievo del Bilivert, mostra già l’abilità del giovane pittore nella definizione efficace della scena, con volumi evidenziati da rapide stesure di colore e colpi di luce ben studiati. Pur nella diversità della materia pittorica la tela rimanda al suo maestro Bilivert e al tardo Matteo Rosselli, mostrando anche influssi degli incisori lorenesi Callot e Bellange.
Teatralmente impostata per piani successivi la densa scena si incentra sul rapporto tra le due figure principali, Semiramide, imponente e luminosa nelle morbide vesti, e il cavaliere, che le porta l’annuncio, emergendo dalla penombra. La teatralità dei gesti ha echi nelle attonite ancelle sul fondo, ed è sottolineata dalla veduta della città in fiamme, all’estremità della scena. In quel periodo la frequente rappresentazione di nobili eroine dell’antichità, ricche di doti morali e civiche,era spesso tesa a omaggiare la granduchessa reggente Maria Maddalena d’Austria, vedova di Cosimo II de’ Medici.
La tela è giunta nelle collezioni comunali grazie ad una importante donazione dell’artista e restauratore Leonetto Tintori nel 1993.