Semiramide Si ritiene un’opera giovanile di Francesco Montelatici, detto Cecco Bravo, realizzata nel 1630. Il dipinto racconta l’ episodio della vita di Semiramide, leggendaria regina assira, la quale, avvisata di una rivolta scoppiata a Babilonia, scenderà senza indugio tra la folla per placare gli animi. In questa tela di formato orizzontale, troviamo le due figure principali: Semiramide, imponente e luminosa nelle morbide vesti arancioni e azzurre, con eleganti perle al collo e alle orecchie; a destra, il cavaliere Arsace, in armatura, emerge dalla penombra per portarle l’annuncio, segnalando con l’indice qualcosa alle sue spalle. La regina alza le mani e spalanca la bocca allarmata, mentre dietro al cavaliere, all’estremità della scena, si intravede la città in fiamme. Sul fondo, due eleganti ancelle attonite aumentano gli accenti teatrali del dipinto, dati dalla gestualità dei personaggi. La teatralità, la cromia vivace e i dettagli dell’abbigliamento dimostrano l’abilità del giovane pittore nella definizione efficace della scena, con volumi evidenziati da rapide stesure di colore e colpi di luce ben studiati. Pur nella diversità della materia pittorica, la tela rimanda al suo maestro Giovanni Bilivert e all’ultima attività di Matteo Rosselli, grandi esponenti dell’arte fiorentina della prima metà del Seicento. In questo contesto, la frequente rappresentazione di nobili eroine dell’antichità, ricche di doti morali e civiche, era spesso tesa a omaggiare la granduchessa reggente Maria Maddalena d’Austria, vedova di Cosimo II de’ Medici. La tela è giunta nelle collezioni comunali grazie ad una importante donazione dell’artista e restauratore pratese Leonetto Tintori nel 1993.