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Salite le scale che portano al primo piano si incontra la sala dedicata alla reliquia pratese della Sacra Cintola, a Bernardo Daddi, Agnolo Gaddi e ad altri artisti del XIV secolo.
Nel Trecento la scena artistica cittadina fu a lungo dominata da pittori di scuola giottesca: Giotto avrebbe dipinto a Prato una tavola, oggi perduta, per la chiesa di san Domenico; ai suoi allievi Taddeo Gaddi e Maso di Banco si ascrivono solo ipotetiche commissioni; a Bernardo Daddi furono affidate invece importanti committenze, ben testimoniate nella collezione del museo.
La Sacra Cintola per secoli è stata il tesoro più prezioso della città, diventando il fulcro delle sue vicende artistiche e l’elemento cardine della sua identità. In questo ambiente la videoproiezione è di grande suggestione e consente una visione ravvicinata del ciclo di affreschi dedicati all’arrivo della reliquia realizzati dall’artista giottesco Agnolo Gaddi nel Duomo di Prato, attraverso immagini fotografiche e sequenze video su dettagli, primi piani su particolari significativi.
La storia della Sacra Cintola è un affascinante intreccio di verità e credenze popolari, arte e devozione.
La leggenda vuole che la cintura, consegnata a San Tommaso dalla Madonna al momento dell’Assunzione, sia stata portata a Prato dalla Terra Santa intorno al 1141 dal mercante Michele e circa trent’anni dopo da lui donata in punto di morte al proposto della pieve di Santo Stefano. Ben presto la reliquia diventò oggetto di una straordinaria venerazione: fu mostrata a papi, principi e personaggi insigni, venne esposta al popolo per invocare l'intercessione della Madonna. E fu grazie alla Cintola che la pieve di Santo Stefano, l'attuale Duomo, tra la fine del Trecento e la prima metà del Quattrocento, si trasformò in una fabbrica di bellezza grazie a imprese memorabili nell'arte del tempo: gli affreschi di Agnolo Gaddi nella cappella che ancora oggi custodisce la reliquia; lo straordinario pulpito esterno di Donatello e Michelozzo; gli affreschi dei due grandi maestri dell'Officina pratese, Paolo Uccello e Filippo Lippi.
E fu sempre per il Duomo e per la Cintola che tanti altri artisti nel corso dei secoli furono chiamati a Prato. Tra i primi ci fu Bernardo Daddi, a cui si deve la narrazione pittorica più antica giunta fino a noi di questa vicenda straordinaria: dipinta intorno al 1337 per la pieve di Santo Stefano, la predella con le Storie della Sacra Cintola è ora tra i capolavori della collezione del Museo.
Ancora oggi le cinque ostensioni annuali della Cintola dal pulpito di Donatello raccolgono in piazza Duomo migliaia di persone. La reliquia è custodita in un forziere chiuso con tre chiavi, una tenuta dai canonici della cattedrale, due dal Comune.