Le tre Virtù sono rappresentate coi loro attributi tradizionali: la Prudenza con uno specchio, che rimanda alla conoscenza di sé, afferra saldamente un serpente perché le Sacre Scritture invitano ad essere “prudenti come serpenti”, la Fede è connotata dai simboli cristiani della croce, del calice e dell’ostia, mentre la Temperanza tiene fra le mani una coppa e una brocca, allusione talvolta alla mescita di acqua calda e acqua fredda, altre all’atto di ‘temperare’ acqua e vino per smorzare gli effetti dell’ebbrezza. Le allegorie si ispirano nell’abbigliamento a modelli classici, secondo l’usanza di riferire al passato la moda del tempo. L’omogeneo fondale a nicchia ne sottolinea le pose statuarie, rese dinamiche dalle linee sinuose e taglienti e dai colori freddi e cangianti, come abbagliati da una forte luce.
A lungo collaboratore di Alessandro Allori, che come lui era stato allievo del Bronzino, il Butteri ne ripropose lo stile, giungendo poi, come mostrano anche queste tre opere, a una maggiore stilizzazione delle forme e a un’insistenza grafica che forse aveva perfezionato nell’elaborare i disegni per l’arazzeria medicea. Legato alla corte granducale, dipinse spesso apparati e decorazioni per nozze o altre celebrazioni, come dimostra anche il bello stemma che celebra Ferdinando I de’ Medici, proveniente dallo Spedale della Misericordia e Dolce, oggi esposto nella sala del sindaco in Palazzo Comunale.
Butteri ebbe anche altre commissioni in area pratese: famosa è la pala raffigurante la Madonna col Bambino e santi, dipinta intorno al 1586 nella Badia di Vaiano, che conserva anche un Crocifisso dell’artista, e fornì probabilmente il disegno anche per il raffinato Paliotto di Santo Stefano adesso nel Museo dell’Opera del Duomo, donato dal cardinale Alessandro de’Medici, futuro papa Leone XI, intorno al 1590.