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Allegoria della Fede

Giovan Maria Butteri 1590

Nelle sale dedicate ai Pittori del Cinquecento risaltano queste tre eleganti e sinuose figure femminili, abbagliate da una luce chiara che evidenzia l’attento disegno dei panneggi. Attribuite per ragioni stilistiche a Giovan Maria Butteri, allievo di Agnolo Bronzino, le tre tele con la Prudenza, la Fede e la Temperanza sono le uniche superstiti di un perduto ciclo di Allegorie di Virtù. Questo genere di rappresentazioni, in uso sin dall’epoca medievale, riscuoteva ancora nel XVI secolo un notevole successo, tanto che nel 1593 fu pubblicata l’Iconologia  di Cesare Ripa, un vero e proprio repertorio, corredato da immagini, di figure allegoriche.

Informazioni tecniche

Autore
Giovan Maria Butteri
Titolo
Allegoria della Fede
Data
1590
Materia e tecnica
Olio su tela
Dimensioni
85x68 cm
Collocazione
Museo di Palazzo Pretorio
Secondo piano

Le tre Virtù sono rappresentate coi loro attributi tradizionali: la Prudenza con uno specchio, che rimanda alla conoscenza di sé, afferra saldamente un serpente perché le Sacre Scritture invitano ad essere “prudenti come serpenti”, la Fede è connotata dai simboli cristiani della croce, del calice e dell’ostia, mentre la Temperanza tiene fra le mani una coppa e una brocca, allusione talvolta alla mescita di acqua calda e acqua fredda, altre all’atto di ‘temperare’ acqua e vino per smorzare gli effetti dell’ebbrezza. Le allegorie si ispirano nell’abbigliamento a modelli classici, secondo l’usanza di riferire al passato la moda del tempo. L’omogeneo fondale a nicchia ne sottolinea le pose statuarie, rese dinamiche dalle linee sinuose e taglienti e dai colori freddi e cangianti, come abbagliati da una forte luce.

A lungo collaboratore di Alessandro Allori, che come lui era stato allievo del Bronzino, il Butteri ne ripropose lo stile, giungendo poi, come mostrano anche queste tre opere, a una maggiore stilizzazione delle forme e a un’insistenza grafica che forse aveva perfezionato nell’elaborare i disegni per l’arazzeria medicea. Legato alla corte granducale, dipinse spesso apparati e decorazioni per nozze o altre celebrazioni, come dimostra anche il bello stemma che celebra Ferdinando I de’ Medici, proveniente dallo Spedale della Misericordia e Dolce, oggi esposto nella sala del sindaco in Palazzo Comunale.  

Butteri ebbe anche altre commissioni in area pratese: famosa è la pala raffigurante la Madonna col Bambino e santi, dipinta intorno al 1586 nella Badia di Vaiano, che conserva anche un Crocifisso dell’artista, e fornì probabilmente il disegno anche per il raffinato Paliotto di Santo Stefano adesso nel Museo dell’Opera del Duomo, donato dal cardinale Alessandro de’Medici, futuro papa Leone XI, intorno al 1590.

Ultimo aggiornamento: 25 settembre 2024, 09:37

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