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Nel grande salone al terzo piano del museo è esposto l’importante nucleo di opere di Lorenzo Bartolini: modelli di sculture e opere finite, busti e ritratti in gesso e marmo di un artista che tra fine Settecento e primo Ottocento ricercò la naturalezza figurativa con aperture in senso realistico, prendendo spunto dall’osservazione del “vero”.
Uno dei suoi capolavori è il modello in gesso de La Fiducia in Dio, commissionata da Rosa Trivulzio Poldi Pezzoli in memoria del marito defunto, a rappresentare il confidente abbandono nella fede coltivato dalla nobildonna dopo il lutto. Bartolini diede forma a questi sentimenti attraverso una giovane figura nuda, seduta con le mani giunte e quietamente appoggiate, che esprime nel volto un'intima e intensa devozione.
Tra le sculture più significative è senz’altro anche il ritratto a figura intera dell’aristocratica russa Marina Gurieva (1821), altro modello preparatorio in gesso, che Bartolini dedicò all’amico Jean-Auguste-Dominique Ingres.
Di particolare grazia il modello in gesso de Il sonno dell’Innocenza (1820) realizzato in ricordo della figlia di un nobile russo, morta in tenera età. La vena naturalistica dell’artista si esprime con forza nei numerosi ritratti presenti in questo salone. Una speciale attenzione meritano i busti delle personalità storiche, a cominciare dai Bonaparte, a cui Bartolini era molto legato, ma anche gli splendidi ritratti di Teresa Gamba Guiccioli, compagna di Lord Byron (1822), di Cassandra Luci principessa Poniatowski (1826) e del compositore Gioacchino Rossini (1830 circa) di cui Bartolini era grande amico.
Accanto alle ricordate opere in gesso, di proprietà statale e concesse in deposito dalla Soprintendenza fiorentina dalla metà del secolo scorso, sono anche i busti marmorei acquisiti grazie al lascito dei conti Pianetti. Appartiene al Museo anche il modellino in marmo del Monumento a Nicola Demidoff (1837), la cui storia fu così travagliata da divenire l’impresa più impegnativa nella carriera dello scultore.