Attribuita a Bettino di Corsino da Cerretelli, che vi riconosce la mano del pittore sulla base della notizia, riportata dal Giani (1917), che Bettino di Corsino avrebbe eseguito una pittura con lo stesso soggetto nel 1307 per la Camera del Comune, l’opera potrebbe invece riferirsi ad un periodo leggermente più antico e ascriversi ad un pittore locale attento all’evoluzione della pittura a Firenze nel volgere del secolo. La soluzione di porre frontalmente il largo trono ligneo, il modo di dare luce, rivelandole, alle pieghe delle vesti, la posizione articolata del Bambino, con il piede visto di scorcio, - nel tentativo evidente di fornire un saggio di bravura- la decorazione bizantineggiante della sopravveste del santo diacono sono tutti elementi che inducono a propendere per tale attribuzione. Con la produzione di Bettino di Corsino è stato messo in relazione il frammento di affresco nella sala del Gonfalone del Palazzo Comunale, di analogo soggetto.