Si tratta di una mazza cilindrica d’argento liscio, contraddistinta da una decorazione a nodi. Sul pomo “piriforme” si riconosce al centro lo stemma del Comune di Prato, mentre la sommità è decorata da quello coronato dei Medici-Lorena, posizione affatto casuale che allude proprio alla sudditanza della città pratese nei confronti dei Medici.
Il bastone, dai particolari significati politici e simbolici, emblema di Prato nel XVI secolo, veniva impugnato dal Mazziere della Comunità pratese durante le cerimonie pubbliche civili e religiose: era il Mazziere, infatti, che apriva i cortei e le processioni, seguito dai suonatori di tromba e dagli otto Priori.
Egidio di Francesco Leggi, originario di Cortona, dal 1588 lavorò a Firenze alla corte medicea, per la quale realizzò argenteria da tavola e importanti suppellettili ecclesiastiche. Per la sua abilità il granduca Ferdinando I gli affidò l’incarico di plasmare la nuova mazza che la Comunità pratese domandava da tempo per sostituire la precedente in velluto rosso e verde.
Questo prezioso manufatto fu rubato durante la seconda guerra mondiale e venne ritrovato soltanto nel 1980, quasi per caso, all’interno di una collezione privata fiorentina. Una volta riconosciuto, fu subito riconsegnato al Comune di Prato, proprio nel periodo in cui venivano organizzate mostre e iniziative su Prato e i Medici nel Cinquecento.