Filippo Lippi e l'Officina Pratese
Una parte del salone del primo piano ha il suo fulcro nell’esposizione di celebri dipinti dell’artista Fra’ Filippo Lippi: la Madonna del Ceppo che questi realizzò per l’istituzione benefica del Ceppo Nuovo in Palazzo Datini, la Natività per il convento di San Domenico e la Madonna della Cintola, commissionatagli dal monastero di Santa Margherita. Proprio in quel luogo il frate pittore conobbe suor Lucrezia Buti, della quale poi si sarebbe innamorato, riproponendone le sembianze in molti dei volti femminili da lui dipinti.
In quella che all'inizio del Quattrocento era un'industriosa cittadina toscana, molto attiva nel commercio e nella follatura dei panni, grazie a Filippo e agli altri maestri a lui legati si gettarono le basi per un radicale rinnovamento dell'arte italiana. Secondo Keith Christiansen, tra i maggiori esperti d'arte rinascimentale al mondo, “non si può capire il Rinascimento, senza conoscere Prato”.
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Prato nel Quattrocento ebbe un ruolo cruciale nella storia dell'arte: intorno alla fabbrica del Duomo presero forma imprese memorabili, fra gli episodi più affascinanti del primo Rinascimento, grazie ad artisti di prima grandezza.
Nel 1428 Donatello e Michelozzo furono chiamati a realizzare il magnifico pulpito per l'ostensione della sacra cintola e poco dopo Paolo Uccello fu incaricato di decorare la cappella dell'Assunta. Ma l'anno cruciale fu il 1452, quando a Filippo Lippi - il pittore prediletto dai Medici - venne affidato il compito di affrescare la cappella maggiore con il ciclo di Santo Stefano e San Giovanni, il suo capolavoro. Su quelle pareti l'uso audace e sapiente del colore, la straordinaria bellezza dei volti e delle figure, la capacità di trasmettere emozioni fecero di Filippo un eccezionale narratore di storie, un precursore dei grandi maestri dell'arte del Cinquecento.
La gestazione degli affreschi del Duomo fu lunga e tormentata, soprattutto per lo scandalo suscitato dall'amore tra il monaco pittore e suor Lucrezia Buti, dal quale nacque Filippino.
Filippo rimase a Prato fino al 1467, lasciando invenzioni bellissime anche in altre opere, quali il Transito di San Gerolamo che oggi si può ammirare nel Museo dell'Opera del Duomo e la Presentazione al tempio, nella chiesa dello Spirito Santo.
Dagli anni '50 del XV secolo la committenza pratese dette notevole impulso anche all'attività di artisti formatisi nella sua bottega: prima il Maestro della Natività di Castello, poi Fra’ Diamante, infine Filippino, il più grande dei pittori pratesi.
Le opere di questa sezione
- Filippo Lippi Madonna col Bambino tra i santi Stefano e Giovanni Battista; Francesco Datini e i committenti (Madonna del Ceppo) 1452-1453 Museo di Palazzo Pretorio
- Filippo Lippi e Fra Diamante Madonna della Cintola e i santi Margherita, Gregorio, Tommaso, Agostino, Raffaele e Tobiolo 1456-1466 Museo di Palazzo Pretorio
- Filippo Lippi e collaboratori Natività con san Giorgio e san Vincenzo Ferrer 1465-1467 Museo di Palazzo Pretorio
- Fra Diamante e Filippino Lippi Presentazione al tempio; Adorazione dei Magi; Strage degli innocenti 1470-1472 Museo di Palazzo Pretorio
- Filippo Lippi e bottega Annunciazione alla presenza di san Giuliano 1460-1465 Museo di Palazzo Pretorio
- Zanobi Strozzi, Domenico di Michelino San Girolamo; Dormitio Virginis; san Francesco che riceve le stigmate 1440-1445 Museo di Palazzo Pretorio
Ultimo aggiornamento: 19 dicembre 2024, 11:17