Il soggetto è familiare al pittore, che ritrae proprio i garzoni del padre. La fissità iconica dei ritratti trae origine dalla suggestione degli artisti "primitivi", ed in particolare Giotto, Masaccio e Piero della Francesca. Vicino ad Ardengo Soffici e amico di Arrigo Del Rigo, anche per Brogi sono inoltre spunto di studio e riflessione i francesi Chardin, Corot, Renoir e soprattutto Cézanne.
Motivi ricorrenti delle sue opere sono, come in questo caso, episodi e brani di vita vissuta; lo stesso Brogi nelle sue memorie ricorda: "Qui a Prato, specie nel vicinato, vedendo che a volte trascuravo il lavoro del forno per andare fuori a dipingere, la gente mi giudicava un po’ matto".
Il Fondo Gino Brogi fu donato al Comune di Prato dalla famiglia dell’artista nel 1991.