Bigot è una figura importante nell’ambiente dei caravaggisti francesi a Roma, noto pure come Candlelight master, per le sue celebri “notti” di buio profondo. La maniera può ricordare stilisticamente per la sua teatralità il celebre pittore di Utrecht Gerrit van Honthorst, ma come ben notato da Brejon de Lavergnée: “La notte del Bigot è di un buio più fondo, l’effetto è più concentrato che non nello Honthorst, anche se l’esecuzione è meno prestigiosa”.
Le opere di questo artista figurano già nel Seicento nelle collezioni granducali del Cardinale Leopoldo de’ Medici e fedelmente sono imitate da seguaci “tenebristi” per i collezionisti privati.
Spettacolari sono gli effetti a “lume di notte”, anche se rispetto all’espressività e complessità spirituale del Maestro del lume di candela (di cui è presente un dipinto al secondo piano del museo) le scene appaiono più rigide e schematiche.
La testa dell’angelo, dalla fisionomia tornita, può ricordare i modi dello Spadarino.