Posticipata al 25 febbraio la chiusura di Legati da una Cintola
Dall’apertura 10mila i visitatori, successo per le conferenze d’arte di approfondimento e molto partecipata la presenza delle scuole con oltre 65 classi e ancora tante prenotazioni
Prato, 4 dicembre 2017 - Il primo parziale bilancio di Legati da una Cintola indica i numeri di un piacevole successo. In meno di tre mesi dalla sua apertura sono 10mila i visitatori che hanno apprezzato una esposizione ricca di arte e storia e hanno dimostrato un interesse e un gradimento in costante crescita.
“Assieme ai curatori, abbiamo convenuto di posticipare la durata di Legati da una Cintola fino a domenica 25 febbraio 2018 – annuncia l’assessore alla cultura del Comune di Prato Simone Mangani - Se nelle prime settimane i visitatori sono stati in buona parte singoli, nelle ultime abbiamo registrato una presenza in aumento dei gruppi, in particolare delle scuole. Anche per assecondare le richieste di questa utenza fondamentale per il Museo ci è sembrato opportuno chiedere ai grandi prestatori come Metropolitan e Musei Vaticani un supplemento di tempo, la credibilità scientifica del Pretorio e dei curatori della mostra ha reso possibile concretizzare questa opportunità.”
Ci sarà quindi oltre un mese di tempo in più - rispetto al 14 gennaio data originariamente fissata per la chiusura - per addentrarsi in un racconto suggestivo che si muove lungo i secoli e rende omaggio non solo alla Cintola mariana, la preziosa reliquia custodita nel Duomo di Prato e motore dello sviluppo della città a partire dal XIII secolo, ma accende un fascio di luce intenso sull’arte del Trecento che a Prato, con le committenze ad artisti di primo ordine come lo scultore Giovanni Pisano e il pittore Bernardo Daddi, dette risonanza alla devozione mariana come un vero e proprio culto civico. La leggenda vuole che la cintura, consegnata a San Tommaso dalla Madonna al momento dell’Assunzione, sia stata portata a Prato verso il 1141 dal mercante pratese Michele e da questi donata al proposto della pieve. La Cintola è da allora un chiaro riferimento identitario della città, un simbolo forte di unione che attraverso l’arte smette di essere locale e diviene universale, come dimostra l’interesse dei tanti ospiti del Museo.
I NUMERI - Durante i primi tre mesi di attività espositiva sono stati 10mila i visitatori al Pretorio, molte le attività collegate alla mostra tra eventi collaterali, laboratori per bambini, attività didattiche e visite guidate. Particolarmente apprezzate le conferenze d’arte del sabato pomeriggio che hanno superato le 500 presenze, a dimostrazione della grande attenzione verso gli approfondimenti proposti con rigore scientifico e con una grande abilità divulgativa da alcuni membri del comitato scientifico del Museo insieme a storici dell’arte e studiosi. A oggi sono invece circa 1300 gli studenti, 65 le classi, che hanno visitato insieme agli insegnanti la mostra. Ma sono moltissime le prenotazioni per i prossimi mesi.
LA MOSTRA – Curata da Andrea De Marchi e Cristina Gnoni Mavarelli, Legati da una Cintola ripercorre l’iconografia della Madonna che fa dono a Tommaso della sua cintura attraverso oltre 60 opere fra dipinti, sculture e codici miniati. Punto focale dell’esposizione è la ricostruzione della pala dell’Assunta di Bernardo Daddi (1337-38), smembrata nel tempo e oggi ricostruita eccezionalmente grazie ai prestiti dei Musei Vaticani e del Met di New York. Altro elemento altrettanto suggestivo è il timpano del Maestro di Cabestany (1160) che accoglie i visitatori all’inizio del percorso espositivo e mostra la più antica attestazione in Occidente della cintura nelle mani dell’apostolo Tommaso. Completa l’allestimento un nucleo scelto di cintole profane del secolo XIV che documenta la bellezza di questo genere di manufatti, riprodotto anche nell'elegantissima Santa Caterina dipinta da Giovanni da Milano nel polittico per lo Spedale della Misericordia, uno dei capolavori del museo di Palazzo Pretorio. Particolari anche le testimonianze documentarie e visive del culto della Cintola stessa e l'ostensione, come le preziose custodie, le suppellettili e gli arredi della Cappella della Cintola nella Cattedrale. Anche il Duomo di Prato è parte integrante del percorso di visita, i visitatori possono infatti entrare nella Cappella della Cintola, abitualmente preclusa alla visita, e ammirare il ciclo di affreschi realizzati da Agnolo Gaddi. Sul tema della mostra è inoltre in programma nel mese di gennaio un convegno con studiosi provenienti da tutta Italia.
Organizzata dal Comune di Prato in collaborazione con la Diocesi di Prato e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio, la mostra è aperta tutti i giorni, dalle 10.30 alle 18.30 (eccetto il martedì non festivo). Il biglietto di ingresso costa 8 euro e consente la visita anche nella Cappella della Cintola nel Duomo di Prato (per l'ingresso alla Cappella è consigliato prenotare - solo dopo aver acquistato il biglietto della mostra - l'orario di visita al call center 0574 1934996).
Il biglietto cumulativo mostra + museo costa 12 euro intero. Verificare tutte le riduzioni sul sito www.palazzopretorio.prato.it. La biglietteria chiude alle 18.