Annunciazione Fra le pale del XVIII secolo provenienti dal territorio pratese senz’altro spicca questa incantevole Annunciazione, opera giovanile di Giovanni Domenico Ferretti, pittore fiorentino ma di formazione emiliana che sarebbe divenuto uno dei maggiori artisti toscani della prima metà del Settecento. Come confermano alcuni documenti d’archivio, l’opera fu dipinta nel 1726 da Ferretti per la perduta chiesa di San Matteo, a pendant della pala di Sigismondo Betti raffigurante il miracolo di San Nicola da Tolentino che resuscita le starne, esposta in questa medesima sala. I protagonisti dell’opera sono raffigurati in una dinamica composizione ascensionale, in una sorta di tensione verso l’aldilà: in basso a destra, la Vergine, dal volto candido, è in ginocchio e con lo sguardo basso; poco sopra di lei, a sinistra, l’Arcangelo Gabriele, in veste chiara con svelti panneggi, regge un giglio e con l’altra mano benedice Maria; infine, sopra Maria, tra nuvole e cherubini, troviamo raffigurato Dio, con folta barba bianca, che assiste alla scena dall’alto e invia la colomba dello Spirito Santo. Un raggio di luce squarcia il buio intorno a Maria, come a voler simboleggiare il miraggio della vita eterna. I volti dei protagonisti sono larghi e tondeggianti, dotati della piacevolezza tipica di Ferretti. Con i teneri monocromi l’opera anticipa la serie di tele con Storie di Santa Caterina che l’artista realizzerà a Prato intorno al 1735 per il convento dei santi Vincenzo e Caterina de’ Ricci. Fra le altre commissioni pratesi di Ferretti si ricordano gli affreschi per la cappella del Crocifisso in san Bartolomeo, purtroppo andati distrutti a seguito del bombardamento della chiesa nel 1944.