La Passione di Cristo Questo dipinto dagli intenti evidentemente devozionali, eseguito da Giovan Battista Naldini probabilmente intorno al 1580, concentra in un’unica e drammatica veduta le principali scene della Passione di Cristo. A sinistra, Cristo, legato a una colonna con delle corde, viene torturato. Accanto a lui, un aguzzino è pronto a sferrare un altro colpo di flagello. Al centro del dipinto, sotto un cielo scuro e nuvoloso, è raffigurato Cristo crocefisso con i due ladroni ai lati. In basso Longino, su un cavallo bianco, regge una lancia con cui ha appena trafitto Cristo, il cui fianco appare sanguinante. In primo piano, la Madonna è colta in un atto di mancamento, sorretta dalle pie donne. A destra, in secondo piano, è raffigurata la deposizione dalla croce. Cristo, esangue, viene calato in posizione obliqua. Sotto di lui, la Madonna sviene nella stessa posa. In primo piano, la madre compiange il figlio. Sullo sfondo, nell’estrema destra del dipinto, in cima a una collina, si intravede la Resurrezione di Cristo. Tutti questi episodi sono distribuiti su piani diversi in una narrazione continua, una consuetudine in voga per tutto il Quattrocento ma che ai tempi di Naldini era giudicata ormai attardata. Forse l’artista utilizzò volutamente questo genere di composizione tradizionale, visti gli intenti didattici e pietistici che la visione delle scene doveva suscitare, in adesione al clima della Controriforma.  I brani pittorici sono resi particolarmente vivi e drammatici grazie a una cromia quasi visionaria, giocata su tonalità brune e azzurro-rosacee, che mostra echi del Pontormo, suo primo maestro, nonché di Giorgio Vasari, col quale il Naldini collaborò in varie occasioni. L'intonazione fredda del colore risente delle opere degli artisti nordici che Naldini ammirò a Roma.