Mazza del gonfaloniere di Prato Ci troviamo davanti a un prezioso manufatto in argento, eseguito da Egidio di Francesco Leggi nel 1589 e conservato attualmente in una teca di vetro protettiva. Si tratta di una mazza cilindrica d’argento liscio contraddistinta da una decorazione a nodi, della lunghezza di 66 cm. Sul pomo “piriforme”, ovvero a forma di pera invertita, si riconosce al centro lo stemma del Comune di Prato: uno scudo seminato di fiordalisi che, nella parte superiore, presenta un rastrello con quattro pendenti verso il basso, inframmezzati da tre gigli. Quest’elemento è conosciuto come “capo d’Angiò”, distintivo di parte guelfa concesso dagli Angioini alle famiglie e città dimostratesi loro fedeli. La sommità del pomo è decorata dallo stemma coronato dei Medici-Lorena, posizione non casuale che allude proprio alla sudditanza della città pratese nei confronti dei Medici. Il bastone, dai particolari significati politici e simbolici, emblema di Prato nel XVI secolo, veniva impugnato dal Mazziere della Comunità pratese durante le cerimonie pubbliche civili e religiose: era il Mazziere, infatti, che apriva i cortei e le processioni, seguito dai suonatori di tromba e dagli otto Priori. Questo prezioso manufatto fu rubato durante la Seconda Guerra Mondiale e venne ritrovato soltanto nel 1980, quasi per caso, all’interno di una collezione privata fiorentina.