Miracolo del grano, con san Giovanni Gualberto Si tratta di un’opera dipinta da Alessandro Allori nel 1603. Di formato verticale, questa tela misura 280 centimetri per 190 centimetri e celebra uno dei miracoli tradizionalmente attribuiti a San Giovanni Gualberto, fondatore della Congregazione dei Vallombrosani: in un anno di tremenda carestia, soltanto al monastero di Passignano, dove egli si era ritirato, rimase una piccolissima scorta di grano. Il monaco ordinò che fosse divisa e, dopo aver riempito sacchi di grano sia per tutti i monasteri dell’ordine sia per tutti i poveri che si recarono all’abbazia, il granaio restò miracolosamente stracolmo per lungo tempo. Il santo, statico e imponente al centro del dipinto, in tunica monacale, apre le braccia; regge un crocifisso in una mano e volge lo sguardo al cielo. A destra, una cassa stracolma di grano; dietro di essa, sono immortalati gli eredi del committente Geri Spini, uno dei quali guarda verso l’osservatore con aria compiaciuta. La scena attorno è dinamica e vivace. Ai lati del santo, due fanciulli assistono al miracolo e diversi personaggi si allontanano concitati con sacchi e ceste di grano. Sullo sfondo, con echi dell’arte fiamminga, è riconoscibile la veduta dell’abbazia di Vallombrosa, dove San Giovanni Gualberto aveva fondato la congregazione di monaci benedettini. Questo dipinto, insieme al suo pendant col Miracolo della fonte, e alla tavola di Santi di Tito con la Moltiplicazione dei pani e dei pesci, è stato donato al Museo di Palazzo Pretorio dalla contessa Angela Riblet, ultima proprietaria della Villa detta Palagio degli Spini a Peretola, da cui le opere provenivano.