Madonna col Bambino e santi (Pala dell'Udienza) Ci troviamo davanti a una pala, dipinta a tempera su tavola, realizzata da Filippino Lippi nel 1502. È nota come “Pala dell’Udienza” perché fu richiesta al pittore di origine pratese per adornare una delle stanze del Palazzo Comunale, ovvero la Sala dell’Udienza dei Priori. A forma centinata, ovvero, con la parte superiore semicircolare, misura 132 centimetri di altezza per 1 metro e 20 di lunghezza. Nonostante le numerose perdite e abrasioni, risulta ancora oggi un’opera pregevole; persino la cornice, naturalmente oggetto di restauri nel corso dei secoli, è quella originale - fatto abbastanza insolito. Al centro, la Madonna tiene in grembo e osserva il Bambino che si protende verso un Giovanni Battista scarno e arruffato, che lo indica come “agnello di Dio”. Il volto esangue di Maria, segnato da una struggente malinconia, si ripete quasi identico nel giovane Stefano, patrono della città, a sinistra. Nella resa delle figure si evidenzia un’accentuazione espressiva e tesa, che prelude alle novità cinquecentesche; i personaggi, intimamente raccolti in primo piano, sono immersi in un’atmosfera livida, quasi temporalesca, che rende netti e intensi i colori e accentua le ombre. Anche il paesaggio ricco di rovine sembra partecipare a questo clima drammatico, con richiami alla religiosità savonaroliana all'epoca ben radicata in Prato, e al senso di insicurezza e di paura tipici del periodo. In questo caso, Filippino scelse di ambientare la sacra conversazione in un’atmosfera idealizzata, permeata dalla luce divina. La tavola evidenzia una sensibilità quasi leonardesca: la scena austera ed essenziale è però ravvivata dal raffinato cromatismo dei ricchi panneggi, brillanti di preziose lacche rosse. In un sottile gioco psicologico, tra le figure si instaura un silenzioso colloquio di sguardi. Dato che, come si è detto, il dipinto doveva ornare l'Udienza nuova del Palazzo Comunale, nel basamento della cornice troviamo un’iscrizione il cui messaggio è un’esortazione della Vergine agli amministratori a esercitare la giustizia e aiutare i poveri.