Il Buon Samaritano Quest’opera raffigurante la parabola evangelica del Buon Samaritano fu dipinta dal pittore napoletano Nicola Malinconico, come documenta la firma nella parte inferiore destra. L’iscrizione “Cav. Nic. Malinconico” fu ritrovata in occasione di un restauro nel 1953: prima di allora l’attribuzione era all’ambiente di Luca Giordano, che fu il principale maestro del Malinconico. Tratto dal Vangelo secondo Luca, il racconto del Buon Samaritano è una delle parabole più note: un giovane giudeo giace ferito ai margini di una strada, ignorato da molti, fin quando non viene soccorso da un viandante di origine samaritana – popolazione tradizionalmente considerata ‘impura’ dagli Ebrei. La scena in cui un samaritano, lontano da pregiudizi, mostra la sua compassione nei confronti dell’uomo ferito, riassume l’importante concetto evangelico dell’amore incondizionato verso il prossimo, a prescindere da fede, provenienza o rango sociale. Il personaggio a destra giace ferito, disarmato nella sua nudità ed esibito, quasi in estasi, nella bellezza del corpo inerme; a sinistra, il samaritano, attento e premuroso, col volto incorniciato dalla lunga e folta barba, si china sul corpo per curarne le ferite. La sua espressione è mite e riflessiva. Al saggio guaritore il pittore conferisce un leggero dinamismo, evidente nei riflessi sfavillanti sul braccio che sta medicando, dalle tinte colorate. Le sue vesti sono di colori accesi, in contrasto con lo sfondo scuro. Il paesaggio intorno assume un’atmosfera rarefatta: a sinistra, la testa di un cavallo appare quasi sospesa; in lontananza, sulla destra, si intravedono, quasi come figure evanescenti, due passanti di spalle, noncuranti della scena.