Visione di San Filippo Neri Dipinto nel 1656 dagli artisti Orazio Fidani e Lorenzo Lippi. Si tratta di un olio su tela verticale piuttosto grande: 188 cm di altezza per 135 cm di larghezza, alto come una porta di medie dimensioni. La tematica dell’opera è l’apparizione della Vergine col Bambino a San Filippo Neri, una rappresentazione molto diffusa nel Seicento a partire dal prototipo che il famoso pittore bolognese Guido Reni realizzò nel 1614 per la chiesa di Santa Maria in Vallicella a Roma, dove Filippo Neri aveva fondato la congregazione degli Oratoriani. In primo piano, il santo occupa quasi l’intera parte destra del dipinto. È inginocchiato, a braccia aperte, e il suo sguardo si rivolge con serenità e devozione verso l’alto: nella parte sinistra in alto, infatti, compare la Madonna a mezzo busto, con in braccio il Bambino. Avvolta da un delicato chiaroscuro che investe anche il santo, la Vergine è sostenuta da una serie di teste di angioletti che vanno a sfumarsi come delle nuvole. Il santo indossa una pianeta liturgica sacerdotale bianca in broccato con motivi vegetali rossi. Questi abiti rafforzano il legame del santo con Prato poiché sono simili al parato liturgico della cattedrale di Santo Stefano che era in uso nel XVII secolo. Sulla testa del santo si intravede una sottile aureola luminosa e, sopra di essa, tre angeli osservano la scena. Nella porzione sinistra inferiore del quadro, alle ginocchia del santo, giace uno dei suoi attributi: un mazzo di gigli bianchi. Sullo sfondo, nella parte sinistra del dipinto, è riconoscibile la piazza del Duomo di Prato dove si sta svolgendo una solenne processione. Oltre alla visione mistica, questa tela documenta l’arrivo in duomo del primo vescovo di Prato, monsignor Giovanni Gerini, e la maestosa processione che il 4 gennaio 1653 accompagnò il suo ingresso solenne. La scorporazione della diocesi di Prato da quella di Pistoia rappresentò un evento importantissimo perché veniva riconosciuta a Prato una qualche autonomia, portando il granduca Ferdinando II a concederle successivamente il titolo di “città”. A San Filippo Neri, ritenuto uno dei protettori di Prato e che in questa tela invoca la protezione della Vergine sulla città, era intitolata la cappella del Palazzo Comunale a cui fu in origine destinata questa tela, commissionata dalla congregazione degli Oratoriani. Il cielo sopra al Duomo è scuro, in confronto alla luce dorata confortante che emana l’apparizione della Vergine. Il dipinto è una delle ultime opere di Orazio Fidani, che morì improvvisamente all’inizio del 1656, lasciandola incompiuta; fu terminata dal giovane pittore Lorenzo Lippi, scelto per la sua capacità di imitare lo stile di Fidani.