Simone Pellegrini | Passato in giudicato
Dal 11 luglio 2019 al 8 settembre 2019
Il Museo di Palazzo Pretorio è lieto di ospitare la prima mostra personale a Prato di Simone Pellegrini. L’esposizione si inserisce all’interno di Pretorio Studio, il dispositivo che dal 2016 apre all’interpretazione di artisti contemporanei il proprio stratificato patrimonio culturale, lungo un arco di tempo di oltre sette secoli.
Nonostante l’intensa attività espositiva del pittore bolognese, questo è il suo primo intervento in un museo di arte antica e moderna, i cui esiti culmineranno nella produzione di un nuovo grande lavoro, accompagnato da alcune selezionate opere, realizzate dal 2013 al 2019.
Dal 1996 l’opera di Simone Pellegrini evoca paesaggi arcaici, cosmogonie e cartografie che richiamano iconografie antiche, mistiche e pagane, in un movimento temporale dalle possibili origini demiurgiche al Medioevo. Il suo lavoro è uno scavo archeologico nella memoria collettiva e inconscia; talvolta è stato riferito alla psicologia e alla psicanalisi, dalle teorie sulla sessualità di Freud agli archetipi di Jung. Il processo tecnico e produttivo sembra d’altronde rispettare leggi e rituali, dalla rigida e ricorrente grammatica triadica dei colori primari, alla scelta del monotipo (dal greco antico, unica impronta), una matrice creata dall’artista per realizzare singoli brani della composizione, usata un’unica volta e poi distrutta. Ogni opera diviene dunque irripetibile.
Questo tipo di immagini, come le iconostasi di Pavel Florenskij al “confine fra il mondo visibile e il mondo invisibile”, trovano finalmente spazio in questo tempo grazie al loro anacronismo.
La ricerca dell’origine, come suggerisce Walter Benjamin, non conduce mai alla genesi, ma a "ciò che scaturisce dal divenire e dal trapassare, come restaurazione, come ripristino da un lato e dall’altro, e proprio per questo, come qualcosa di imperfetto e inconchiuso”.
Nella ricchezza e mutevolezza delle sue rappresentazioni antiche, allegoriche e sacre, la collezione del museo sembra celare e sollecitare questo tipo di lettura. In particolare, il titolo si riferisce ad uno dei suoi reperti più enigmatici: una parete di segni indecifrabili probabilmente risalenti al XIV secolo, tracciati dagli imputati in attesa di ricevere la sentenza del Pretore. In diritto, l’espressione “in giudicato” significa “definitivo” ma se pronunciata, sembra alludere a ciò che in realtà è ancora passibile di giudizio e discussione, evocando l’ambivalenza di una lettura rigida o “inconchiusa” del passato.
La mostra, allestita nella prima sala al piano terra in cui inizia e termina il percorso espositivo del Pretorio, con il suo denso immaginario sottinteso, anticipa e completa la visita.
A cura di Veronica Caciolli.
Ingresso libero
Museo di Palazzo Pretorio
Simone Pellegrini. Passato in giudicato
11 luglio - 8 settembre 2019
Vernissage: mercoledì 10 Luglio 2019, ore 19
Seguirà cocktail in cortile
Simone Pellegrini. Biografia
Nato ad Ancona nel 1972. Vive e lavora a Bologna, dove insegna Pittura all’Accademia di Belle Arti e ha sede il suo studio. La carriera d’artista ha inizio nel 1996, durante gli anni di formazione, e nel 2003 con la prima personale “Rovi da far calce” che inaugura una lunga stagione di successive mostre, in Italia e all’estero, e fiere internazionali. Nel 2006 la Galerie Hachmeister di Münster diviene la sua prima galleria in Germania. È inoltre rappresentato da Montoro12 Roma-Brussels e collabora con la James Freeman Gallery di Londra e dal prossimo settembre 2019 con la Galerie Gugging di Vienna.
Tra le sue mostre personali si ricordano: Sensorio Indiscreto, LabOratorio Degli Angeli, Bologna; Dishonesti corpi, Teatro San Leonardo, Bologna; Lacruna, Casa natale di Raffaello, Accademia Raffaello, Urbino; Magnitudo, Museo d’Arte Contemporanea di Lissone; Museo di Villa Wessel, Iserlohn, Germania; Agalmata, Museo Spallanzani e Galleria Bonioni Arte, Reggio Emilia. Tra i prossimi appuntamenti la sua partecipazione alla mostra Grandi Formati al Museum Gugging di Vienna.
Sue opere appartengono a musei e collezioni private, quali Palazzo Forti di Verona; Casa degli Umiliati, Musei Civici di Monza; Ca’ la Ghironda ModernArtMuseum di Bologna; la collezione permanente di Bologna Fiere e quella Unicredit; Collezione Volker Feierabend; la collezione permanente della Provincia di Reggio Emilia.