Dipinti della donazione di Leonetto Tintori, restauratore in trincea negli anni dell’alluvione
Dal 26 novembre 2016 al 8 gennaio 2017
Una mostra temporanea, realizzata con i quadri della donazione Tintori, che coglie l’occasione delle celebrazioni per i cinquant’anni dall’alluvione di Firenze inserite nella Festa della Toscana non solo per ricordare l’artista pratese ma anche per far uscire dai depositi del Museo alcune delle opere qui conservate. Alla presentazione di Dipinti della donazione di Leonetto Tintori, restauratore in trincea negli anni dell’alluvione interverrà Giampiero Nigro, la mostra è realizzata in collaborazione con il Laboratorio per affresco “Elena e Leonetto Tintori” e resterà aperta fino a domenica 8 gennaio 2017.
Formatasi dalla seconda metà degli anni ‘50 fino al 1980, la collezione Tintori ha preso le mosse dal mercato antiquario e si è sviluppata attraverso incontri e contatti di lavoro, viaggi e amicizie personali. La curiosità del ricercatore e la sapienza del fine conoscitore d’arte hanno fatto il resto dando vita a una raccolta unica che nelle scelte rispecchia l’amore verso opere dai contenuti non scontati e la ricerca costante e assillante sulla tecnica artistica. Leonetto Tintori, artista a tutto tondo, fu uno dei massimi esponenti della Scuola di Prato al fianco di Oscar Gallo, Quinto Martini, Gino Brogi, e più tardi anche Arrigo Del Rigo e Giulio Pierucci. La sua fama però si deve anche per l’attività di restauratore che lo vide protagonista non solo del recupero delle opere danneggiate dall’alluvione di Firenze del 1966 ma anche dei principali interventi sui grandi cicli pittorici medioevali e rinascimentali.
Dipinti della donazione di Leonetto Tintori, restauratore in trincea negli anni dell’alluvione è una esposizione di quadri che Tintori ha donato nel 1993 al Comune di Prato. In parte conservate nel Museo (Cecco Bravo, La Regina Semiramide), nel palazzo comunale (Livio Mehus, Agar e l’angelo, Francesco Conti, Martirio di San Lorenzo, Domenico Fedeli detto il Maggiotto, Donna che si specchia) e nei depositi, le opere ora tornano nuovamente a farsi ammirare insieme.