Dal Tardogotico al Rinascimento
Polittico di Giovanni da Milano, particolare con i santi Caterina d’Alessandria e Bernardo, 1355-1360 circa
I grandi polittici
La collezione dei polittici del Museo racconta l'evoluzione della pittura toscana nel periodo appena precedente al fiorire del Rinascimento, che ebbe in Prato una delle terre più innovative e vitali.
Nel Trecento la scena artistica cittadina fu a lungo dominata da pittori di scuola giottesca: al passaggio di Giotto è riferita una tavola, oggi perduta, per la chiesa di san Domenico; ai suoi allievi Taddeo Gaddi e Maso di Banco si ascrivono solo ipotetiche commissioni; a Bernardo Daddi furono affidate importanti committenze, ben testimoniate nella collezione del museo. Ma è intorno alla metà del secolo che si colloca un evento di assoluto rilievo: la realizzazione dell’imponente macchina d’altare dipinta da Giovanni da Milano per l’antico Pellegrinaio dello Spedale della Misericordia. Il polittico con la Madonna con Bambino e Santi (1355-1360) è considerato tra i capolavori di uno dei protagonisti della pittura italiana del XIV secolo: nel polittico convivono meravigliosamente il classicismo toscano e la narrativa spontanea e realistica dei lombardi.
Alla fine del Trecento a Prato fu decisiva l’influenza di Agnolo Gaddi e dei suoi splendidi affreschi nella cappella della Sacra Cintola (1392-1395). Il gusto per la narrazione e la cura degli elementi decorativi furono in seguito ripresi da Lorenzo Monaco nello smagliante polittico Madonna con Bambino tra i Santi (1408 -1413), in cui la sua pittura si evolve verso i sofisticati calligrafismi dello stile internazionale, destinati però a restare a Prato un episodio isolato.
Un tono più illustrativo caratterizza l’opera di Pietro di Miniato, che con il fratello Antonio dominò la scena artistica pratese del primi decenni del Quattrocento e al quale si deve il monumentale polittico con l’Incoronazione della Vergine (1411-1413). Pietro e Antonio sono anche gli autori dell’affresco Santo Stefano e San Giovanni Battista che presentano a Cristo la città di Prato (1414) che si può ammirare al piano terra del Palazzo Pretorio.
L’imponente Madonna con Bambino in trono e santi (1424) di Mariotto di Nardo è articolata su più registri e colpisce per gli audaci accostamenti cromatici. Chiude la collezione la Madonna con Bambino e Santi (1435) di Andrea di Giusto, che rivela l'eclettismo dell'artista, definito da Roberto Longhi “un rustico interprete dell’Angelico”.