Vetrina del Risorgimento
Questa grande vetrina è dedicata all’antico Museo del Risorgimento, allestito in Palazzo Pretorio nella prima metà del XIX secolo.
Al suo interno sono esposti cimeli di vario tipo: fucili, sciabole, elmi, accessori da uniforme donati soprattutto da cittadini pratesi al Comune di Prato dalla fine dell’800 per ricordare la loro partecipazione all’epopea risorgimentale.
Audiodescrizione
Il lato destro della teca è dedicato ad uno di questi personaggi, Adriano Zarini, che nel corso della sua vita ricoprì importanti incarichi sia militari che civili: nel dipinto esposto in alto a destra, realizzato da Tommaso Palloni nel 1838, è raffigurato a cavallo, armato di un corto moschetto e con indosso l’uniforme del reggimento dei Dragoni Toscani. Sotto al dipinto sono appese due pistole da viaggio.
In basso a destra troviamo anche il prezioso e raro elmo in ottone e cuoio con cresta in ciniglia rossa appartenuto a Zarini e i suoi stivali in cuoio con le iniziali “A” e “Z” sulla suola, fatte con chiodini da scarpa.
Al centro della vetrina sono appese alcune sciabole da fanteria e da cavalleria, una baionetta a ghiera, che veniva montata su molti tipi di fucile, e una dragona – cioè il laccio che veniva legato all’elsa dell’arma e dove si passava la mano per evitare di essere disarmati in battaglia. In basso, notiamo due tamburi da fanteria.
Nella parte alta della vetrina, sono collocati un moschetto da cavalleria e un fucile usato dalla Guardia Civica Toscana durante la Prima Guerra d’Indipendenza del 1848, evento celebrato anche da una piccola medaglia qui fissata sul manichino a sinistra. Alla Guardia Civica Toscana, infatti, si riferisce il lato sinistro della vetrina: sono esposti due elmi scuri con decorazioni dorate e pennacchio in crine di cavallo: il primo è accompagnato da spalline e gorgiera in ottone dorato, mentre il secondo presenta un pennacchio bianco da Ufficiale di Stato Maggiore.
Infine, in basso, si conserva una coccarda da braccio in seta con un ricamo dello stemma del Comune di Prato, indossata dai primi componenti della Guardia Civica come segno distintivo prima che si dotassero di uniforme.
Questi oggetti sono solo una parte dei tanti ricordi provenienti dal Museo del Risorgimento, che nel secondo dopoguerra venne smantellato. L’allestimento di tali reperti, finora conservati nei depositi, ha oggi lo scopo di ricordare il Risorgimento e i valori di indipendenza e libertà, con una visione privilegiata rivolta agli avvenimenti e ai protagonisti locali.
Ultimo aggiornamento: 04 dicembre 2024, 14:35