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Sala 5

I dipinti qui conservati sono esempi della pittura dell’Ottocento a Prato.
Antonio Marini rappresenta uno degli esponenti pratesi più autorevoli del Purismo, che coltivò attraverso lo studio attento della pittura del Medioevo e del Rinascimento.
Marini studiò alla Scuola Comunale di Disegno con Luigi Nuti e poi dell’Accademia delle Belle Arti di Firenze, e si dedicò sia alla pittura che al restauro, attività che lo vide impegnato in molti interventi, tra cui quelli pratesi nella Cappella del Sacro Cingolo nel 1834 e agli affreschi del Lippi nel 1837.

Nel Museo di Palazzo Pretorio è sua la bellissima Madonna del bacio, donata al Comune nel 1867 della moglie Giulia Nuti ed emblema di quella cultura arcaizzante e di imitazione dei pittori umbri e toscani del Rinascimento, in voga tra i circoli letterari del tempo. Il dipinto allegorico qui esposto propone invece un tema legato alla prima grande disillusione risorgimentale, in cui una donna dipinta con toni cupi e malinconici richiama un’Italia ferita e senza speranze, ricollegandosi a espressioni artistiche più nuove e ai temi simbolici di alcuni figure femminili di Francesco Hayez. 

Nel 1932 gli fu dedicata una sala in questo Palazzo in cui vennero esposti dipinti, disegni, cartoni e bozzetti acquisiti dal Comune, tra cui la già ricordata Madonna del bacio e la tela con San Filippo Neri e Santa Caterina de’Ricci, ancora nel Palazzo, oltre ad opere di altri artisti dell’Ottocento, come la Madonna con Bambino di Pietro Pezzati.

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Ultimo aggiornamento: 17 dicembre 2024, 10:52

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